Il pensare come creazione dal nulla non esiste
07.08.2013 09:19
Sono anni che il predicatore di professione Archiagottlieb predica imperterrito, e con precisione millimetrica, la dottrina della scienza di J. Gottlieb Fichte, spacciandola per la scienza dello spirito di Rudolf Steiner. La cosa che più meraviglia non è tanto lo spaccio, dato che è tipico dell’attuale New Age leggere un libro di questo o di quell’autore per sentirsi immediatamente invasati emissari della sua relativa ideologia. Si potrebbero fare mille esempi di ciò. C’è addirittura chi letteralmente fischietta dalla mattina alla sera, dopo aver letto una pagina di Osho… Ciò che più fa inorridire è che la società antroposofica segua le dissimulazioni di Archiagottlieb, promotrici del comunismo giuridico proibizionista di J. Gottlieb Fichte (1), come se esse fossero espressioni veritiere di scienza dello spirito a carattere antroposofico. E ciò dimostra che non esiste una società antroposofica. Ed è vero. Esiste solo una sedicente società antroposofica esclusivamente composta di accaniti businessmen. Questo è comunque il mio parere, basato su quanto segue.
Il 21° capoverso del 3° capitolo della filosofia della libertà di Steiner intitolato “Il pensare al servizio della comprensione del mondo” inizia con la seguente domanda: “Quando nel mio pensare io vi intesso un oggetto che è dato senza la mia collaborazione […] in che modo è possibile che il mio pensare abbia una relazione con l’oggetto?”
Per spiegare queste parole di Steiner, Archiagottlieb afferma che il pensare è creazione dal nulla: “L’elemento che pensa sulla natura lo crea dal nulla l’uomo. Il pensare umano è una creazione dal nulla compiuta dallo spirito dell’uomo” (Pietro Archiati, 3° seminario sulla filosofia di Steiner, tenuto a Rocca di Papa (RM) dal 14 al 17 febbraio 2008).
Questa affermazione potrà anche essere valida per qualcuno che si crede capace di pensare senza contenuti di pensiero. Se però si riflette sul suo contenuto si vede che non sta in piedi: se ne scorge l’inconsistenza perché un pensare senza oggetti - cioè senza i pensieri degli oggetti - non può esistere. Un pensare, inteso come creazione dal nulla, non può che essere un pensare senza oggetti del pensare, e dal momento che si pone la natura come oggetto del pensare, si pone un oggetto di percezione che in quanto tale È qualcosa, e non un nulla.
Qualcosa è un nulla solo reputando le cose un nulla, o disprezzando il mondo, cioè ponendo il mondo alla maniera di J. Gottlieb Fichte, il quale proprio come Archiagottlieb nega la realtà del mondo per affermare la realtà dell’io, assolutamente libero in quanto attivo, e quindi reale, o reale, e quindi attivo (realtà ed attività per J. Gottlieb Fichte coincidono: l’“attività [Tätigkeit] per Fichte coincide con la realtà, anzi i due concetti sono identici: attività è realtà, realtà è attività” (“Fichte Fondamento dell’intera dottrina della scienza” a cura di Guido Boffi, Ed. Bompiani, Milano 2003, pag. 669). Ecco perché l’uomo passivo non può che essere per Fichte espressione del patire [Leiden], l’“opposto dell’attività, la negazione positiva e quantitativa della sua realtà” (ibid. pag. 672).
Secondo Fichte “la determinatezza del dovere morale appare come una determinatezza che deve essere prodotta dall’io” (Giovanni Cogliandro, “Organismo e determinazione: il corpo nella dottrina della scienza di Fichte”, Etica & Politica / Ethics & Politics, XIII, 2011, 2, pag. 93). “Io - scrive J. Gottlieb Fichte - mi trovo come tale né limitato né illimitato, ma solamente libero, determinabile all’infinito da me stesso, e mediante tale predicato dell’io, ogni essere, ogni sussistere, ogni essere statico ne restano esclusi” (Wissenschaftslehre NM-H, pag. 227, in ibid.).
Dunque Archiagottlieb predica la filosofia della libertà di Steiner attraverso l’idea di “creazione dal nulla” usata da J. Gottlieb Fichte “per designare la libertà” (ibid., nota 27, pag. 95).
Ma per Rudolf Steiner libertà, individualismo etico e fantasia morale non c’entrano nulla con la “creazione dal nulla” (2).
Per Steiner l’azione morale non è mai un atto creativo che genera le cose dal nulla; l’azione morale per Steiner trasforma invece quelle esistenti: “L’azione dell’uomo non crea percezioni bensì modifica le percezioni che già esistono, conferisce loro una nuova forma” (R. Steiner, “La fantasia morale”, cap. 12° de “La filosofia della libertà”,§2°).
NOTE
(1) Io non ho nulla contro l’idea del comunismo. Sono convinto, anzi, che essa potrà concretamente attuarsi solo a partire dall’idea di una triplice articolazione dei poteri dell’organismo sociale. Ciò significa che potrà realizzarsi solo dal basso, cioè dall’individuo, dal singolo. Chi vede tale realizzazione dall’alto del diritto di Stato persevera nell’errore. La storia ha dimostrato che lo STATO ETICO promosso da Fichte, Shelling, Hegel, è un’astrazione utopica che non si realizza. Credo che solo l’INDIVIDUALISMO ETICO promosso da Rudolf Steiner possa generare un organismo sociale a misura d’uomo, anzi a misura FISIOLOGICA d’uomo…
(2) Sono consapevole che per Archiagottlieb “la creazione dal nulla non è il concetto che non ci sia assolutamente nulla prima di questa creazione [...] significa che la legge e la forza di ciò che c’era prima viene annientata, viene disgregata, viene annullata” (Pietro Archiati, “Cristianesimo e reincarnazione”, Roma 22 - 25 aprile 1994, pag. 137), e che per lui tale annullamento riguarda “il sostrato precedente nella sua capacità di causare. Questa è la nullificazione; non è che sparisce del tutto: si nullifica la sua capacità causante in modo che tutta la capacità causante proviene dallo spirito” (ibid.). Questa rappresentazione del “nulla-non-del-tutto-nulla” è però fuorviante, dato che il concetto di “nulla”, come ogni altro concetto, evoca un preciso contenuto, che rende possibile il dialogo. Dal momento in cui si pone un concetto spurio, tutto si intorbida ed il dialogo è reso impossibile, oppure diventa possibile solo in quanto settario. Del resto è notorio che J. Gottlieb Fichte, nonostante usasse la sopra accennata espressione “creazione dal nulla” per designare la libertà, considerava la teoria della creazione dal nulla un’aberrazione. Anche da ciò dunque si vede come Archiagottlieb faccia “salti mortali” per spiegare la scienza dello spirito di Steiner tramite la dottrina della scienza di J. Gottlieb Fichte, che di Giorgio Panariello fu precursore nello stile “un po’ di qui, un po’ di là” del politichese attuale.