Pietro Archiati denigra Rudolf Steiner
https://digilander.libero.it/VNereo/pietro-archiati-denigra-rudolf-steiner.htm
Manicomiale denigrazione di Steiner fatta da Archiati! Sentila nel video omonimo!
Delle due l’ Archiati è un infiltrato con intento distruttivo dell’opera di Massimo Scaligero (vedi il precedente video: "Pietro Archiati denigra Massimo Scaligero") e di Rudolf Steiner, oppure è un somaro, dato che il “bignami” che costruisce è quello del comunismo giuridico di J. Gottlieb Fichte, propinato come antroposofia.
Purtroppo nessuno se ne accorge. E quand'anche qualche sedicente antroposofo se ne accorge, si guarda bene dal dirlo, dato che tutti hanno la mania oggi di fare gli iniziati steineriani senza esserlo, un po’ come quei cattolici senza palle, che nascono cattolici senza diventare mai cristiani e di fronte alla denuncia dei propri o altrui errori di pensiero si attengono alla “regola” della pagliuzza e della trave. Costoro insomma, considerando pagliuzze le scempiaggini di Archiati, non si accorgono che esse sono invece grossi macigni schiavizzanti l’umano...
Nella prima parte di questo video, Pietro Archiati denigra Rudolf Steiner proponendo gruppi di studio per correggerlo in quanto Steiner non assolutizzerebbe fichtianamente i concetti come lui! Già qui mi pare che Archiati dimostri chiaramente di essere una capra dell’antroposofia! Un vero pirla insomma, che anziché correggere se stesso, propone di correggere Steiner! Infatti, la facoltà di creare percezioni, di cui parla Archiati, non esiste proprio. Esiste solo per coloro che, come Archiati, assolutizzano pappagallescamente il concetto fichtiano di osservazione come attività! Ma l’uomo può solo OSSERVARE un oggetto di percezione. Non può CREARLO! L’uomo può creare una macchina ed osservarla, ma non può creare il sole! Il sole può solo essere osservato, o pensato, non creato! Questo è il primo errore di Archiati rilevato nel video.
Ecco il secondo (ma di simili stupidaggini Archiati ne dice parecchie nelle sue prediche su “La filosofia della libertà” di Steiner, fichtianamente manipolata): al capoverso 11° del 4° capitolo della sua opera principale, Steiner scrive: “Dobbiamo rappresentarci che UN ESSERE DOTATO DI INTELLIGENZA UMANA COMPLETAMENTE SVILUPPATA SORGA DAL NULLA [il maiuscolo è mio - ndr] e si contrapponga al mondo. Ciò che avvertirebbe, prima di mettere in atto il pensare, sarebbe il puro contenuto dell’osservazione. Il mondo mostrerebbe allora a questo essere soltanto l’AGGREGATO SCONNESSO di oggetti di sensazione: colori, suoni, sensazioni di pressione o di calore o di gusto o di olfatto; poi sentimenti di piacere e di dispiacere. Questo aggregato è il contenuto della pura osservazione priva di pensiero”.
A questo punto Archiati afferma che ciò non è vero, e che Steiner starebbe barando in quanto anche l’AGGREGATO di cui parla è un concetto come un altro, che per esistere presume l’attività del pensare, e che dunque non riguarderebbe la pura osservazione ma il pensare.
Qui Archiati assolutizza il concetto di AGGREGATO, di SCONNESSIONE, ed ogni altro termine usato da Steiner per differenziare il contenuto di percezione da quello di concetto. Oltretutto Archiati critica Steiner come se a parlare fosse quell’essere sorto dal nulla o un qualsiasi altro individuo che dicesse una qualsiasi parola sul percepibile affermando contemporaneamente di non avere ancora messo in moto il suo pensare. Ma a parlare è Steiner, non quell’essere sorto dal nulla della rappresentazione fatta da Steiner. E Steiner pone al condizionale quella rappresentazione surreale di un essere sorto dal nulla, proprio per chiarire con questa ai pensanti la straordinaria differenza esistente fra oggetto di percezione e relativo concetto.
È ovvio che assolutizzando i due termini come concetti (operazione possibile del resto con qualsiasi parola) si può dire che quella differenza non esista, e che esista solo il concetto. Ma così facendo si cade, ancora una volta, nella filosofia teoretica, che nulla c’entra con l’opera di Steiner, la cui chiave di lettura non è filosofica (in senso classico almeno) ma logodinamica.
Insomma: Steiner non è un baro. È casomai un baro - ma sarebbe meglio dire che è un ottenebrato manicomiale a piede libero - chi gli da’ del baro, perché così facendo dimostra di non avere capito nulla sia di percezione che di concetto!